Da Sigmund Freud a Roberto Cheloni

Istituto di Ricerca Scientifica S. Freud

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"EREDITA'. SCRITTI SUL TRANSGENERAZIONALE" di Roberto Cheloni.

Venerdì 6 ottobre 2017, alle ore 18:00 presso la Libreria Feltrinelli di Treviso verrà presentato per la prima volta da Ettore Perrella (psicanalista)

 

  Per un aiuto alla comprensione del libro si consiglia la visione di questi link

https://www.youtube.com/watch?v=LeVueB9mePo&feature=share

https://www.repubblica.it/scienze/2014/04/13/news/genitori-traumi_figli-83509020/

 

 

 

 

 

 

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Istituto di Ricerca Scientifica Sigmund Freud di Treviso

Roberto Cheloni

Eredità-Studi sul Transgenerazionale. Al capitolo 3, "SCENE MODELLO" DELLA TEORIA TRANSGENERAZIONALE, pg. 175 e sg. leggiamo al 1.2. Ordini in busta chiusa : i depositarii del segreto un breve passo che ci rivela quanto Freud avesse a ben ragione rilevato l'esistenza di un IO ONNICOMPRENSIVO senza la cui esistenza (R: Cheloni lo rivela attraverso la STORIA CLINICA DI 'TIZIA' di cui qui si narra) OGNI IPOTESI SUI DISTURBI PSICHICI SIA DESTINATA A COLLASSARE (..).
"Ci si soffermi per un istante sul carattere ambiguo di queste scene modello: in esse sembra trasparire quello che Freud (ne: Il problema economico del masochismo) denominava “l'oscuro potere del destino” (die dunkle Macht des Schicksal, Freud 1924). Hermann Melville - in White Jacket (1850)- in una lunga allegoria paragona la vita degli uomini ad una eterna navigazione, la cui ultima destinazione è ignota, ma il cui “porto finale è stato predestinato”:

“Così navigando con ordini in busta chiusa, noi stessi siamo i depositarî del segreto involucro, il cui misterioso contenuto desideriamo ardentemente di conoscere. Non ci sono altri misteri fuor di noi stessi” (Melville 1850, p. 403).

Figlio di Allan Melvill (la grafia Melville si stabilizzò nella generazione di Herman), malato di psicosi maniaco-depressiva e di Maria Gansevoort, affètta da quella che oggi chiameremmo “depressione maggiore”, lo stesso autore di “Moby Dick” ereditò sia la propensione all'elazione, sia l'afflizione di interminabili periodi di melanconia. La follia è tèma centrale delle sue opere, assieme al suo correlato: la visionarietà onnipotente di cui paiono essere permeate le descrizioni delle sue creature letterarie, straordinariamente anticipate da sconvolgenti pagine del suo epistolario (Davis-Gilman 1960).
Ebbene: proprio Kay Redfield Jamison, la più nota studiosa maniaco-depressiva (anche ella affètta da ciclici scompensi, che non le hanno tuttavia impedito un'indagine approfondita su tale psicosi) scrive in Touched with Fire (1993) che

“Chiarezza e logica sono perfettamente compatibili con i flussi e i riflussi della mania maniaco-depressiva e dei temperamenti ad essa associati (..) mentre molte idee possono nascere nel corso di blandi stati maniacali, la maggior parte del lavoro di elaborazione, di revisione e di armonizzazione viene svolto in periodi di normalità o di blanda depressione” (Jamison 1993, p. III della trad. it.).

Nei miei scritti -a proposito di tale “controllo” della situazione maniacale da parte di chi è affètto da sindrome bipolare- ho cercato di scoprire il ruolo di ciò che in pochi obiter dictum Freud denomina das zusammendhängende Ich, l'Io onnicomprensivo, senza la cui esistenza ogni ipotesi sui disturbi psichici è destinata a collassare, coperta dalle macerie delle antinomie, dei paralogismi e delle aporie in cui si involve.
Per questo il trattamento di Tizia andò a buon fine: la “forza” della coazione a ripetere è costituita dall'attrazione dei modelli inconsci sul processo pulsionale rimosso (die Anziehung der unbewuβten Vorbilder auf den verdraengten Triebvorgang), “forza” la quale, una volta abolita la resistenza dell'Io, zu ueberwinden ist, “può essere superata”.


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Presto ritroveremo F. Kafka che ci parlerà attraverso un romanzo ancora inedito 'Un Diario kafkiano' di R. Cheloni

https://www.raiscuola.rai.it/articoli/franz-kafka-e-la-sua-praga/3258/default.aspx


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 Mercoledì 29 aprile, ore 18.00, piazza S. Maria dei Battuti 16, presso la libreria "San Leonardo" si è tenuto l'incontro con R. Cheloni: FRANZ KAFKA - EBRAISMO e SCRITTURA.

Ecco il link per ascoltare la registrazione di: "FRANZ KAFKA - Ebraismo e scrittura"

"Kafka - Ebraismo e scrittura" di Roberto Cheloni 

Qui sotto i link per ascoltare l'incontro tenuto il 18 marzo 2015 da Roberto Cheloni: "Franz Kafka - La catena delle generazioni"

"Kafka - La catena delle Generazioni" di Roberto Cheloni - parte 1/3

"Kafka - La catena delle Generazioni" di Roberto Cheloni - parte 2/3

"Kafka - La catena delle Generazioni" di Roberto Cheloni - parte 3/3

e qui sotto il link per ascoltare l'incontro tenuto il 12 novembre 2014 "Kafka di fronte alla legge"

"Kafka di fronte alla legge"

 

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Irs S. Freud

La presidenza ringrazia R. Cheloni per il suo straordinario lavoro e per l'interessantissimo incontro di cui il 29 aprile potremo ascoltare la seconda parte. Alta la partecipazione presso la Libreria Universitaria "San Leonardo" della Signora Alessandra Cervellini (che ringraziamo). Grazie anche ad Andrea e a coloro che hanno con la loro presenza riconosciuto il valore di "FRANZ KAFKA -LA CATENA DELLE GENERAZIONI-"

PRESTO POTREMO ASCOLTARE E VEDERE LA REGISTRAZIONE DELL'INCONTRO: "FRANZ KAFKA -LA CATENA DELLE GENERAZIONI-"; PRIMA DEL 29 APRILE (data della 'seconda parte' del seminario: "FRANZ KAFKA -EBRAISMO E SCRITTURA-") PER CHI HA DATO LA SUA ADESIONE VEDREMO INSIEME (nella sede dell'Istituto) il film: "IL PROCESSO" DI ORSON WELLES.

IRSSF

IRSSF

"(..)Animali, incroci, ebrei...al crocevia delle strade che partono da questi luoghi dell'immaginario, coagulato nell'esperienza della scrittura, sta il tèma fondamentale della comunità e delle generazioni che la compongono nel tempo, vero nucleo dell'OPERA KAFKIANA(..)" R. CHELONI, KAFKA-LA CATENA DELLE GENERAZIONI- (il prossimo mercoledì, 18 MARZO 2015)

 IRSSF

""..l'analisi non ha certo il compito di rendere impossibili le raezioni morbose, ma piuttosto quello di creare per l'Io del malato la libertà di optare per una soluzione o per l'altra" Questa nota che Freud scrive in "L' Io e l'Es" è riportata da H. Kohut nella Lezione 23 -Pensieri sul sé e la sua guarigione", Kout afferma essere questa la sostanza dell'analisi fino a pochi anni or sono, ma che oltre a ciò che Freud -straordinariamente- scopre vi è nei pazienti che soffrono oggi il prevalere di problemi che riguardano la COESIONE DEL SÉ. Di qui la ricerca e la clinica di Kohut si orientano incessantemente sulla possibilità in analisi di avviare una prograssiva 'ristrutturazione' del sé, A questo concetto tanto accuratamente indagato l'analisi transgenerazionale aggiunge un importante passo avanti: quello di portare alla luce dall'inconscio ciò che nella generazione dei genitori era patogeno nella trasmissione. Il 'non detto' dei 'nonni' era divenuto per essi (genitori) esperienza di una situazione (un ambiente traumatico nel suo esistere) 'inenarrabile'-'inimmaginabile'. Genitori a loro volta 'arrestati', costretti inconsciamente a 'non esistere' come generazione a sé e a 'non poterlo riconoscere'. Forse la percezione incolmabile (se non attraverso l'analisi) della propria 'non esistenza' è anche questo: UN SALTO DI GENERAZIONE. Una frattura nella CATENA DELLE GENERAZIONI che va sanata. SE IL PERDONO È IL RISULTATO DI UNA BUONA ANALISI, LA RICOSTRUZIONE DEL LEGAME SANO PERMETTE DI PERDONARE I PROPRI GENITORI.

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10 febbraio 2015 - Buon Compleanno!

AL nostro Analista Didatta, Roberto Cheloni, auguri vivissimi di Buon Compleanno. Lo ringraziamo sentitamente per il suo costante e impegnativo lavoro di Clinica e Ricerca nell'ambito della PSICOANALISI. Il nostro augurio è che il suo pensiero, le sue scoperte (l'importante passo avanti fatto con la scoperta della TEORIA TRANSGENERAZIONALE PER LA DIAGNOSI E LA CURA DELLA PSICOSI) trovi riscontro non solo all'Estero, ma anche nella sua amata Treviso.

I.R.S.S.F.

Biografia di Sigmund Freud - 1^ parte             https://www.youtube.com/watch?v=muIKADZUAkY

Biografia di Sigmund Freud - 2^ parte           https://www.youtube.com/watch?v=4gmxs-hbBeQ

Biografia di Sigmund Freud - 3^ parte           https://www.youtube.com/watch?v=AjLkr45PoCo
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LO STIGMA MANIACALE - IRSSF           24-01-2015

"L'eccitazione massiva permette un relativo distacco dalla pericolosa vita fantasmatica(..). Il continuo ritiro 'narcisistico' dagli oggetti d'amore svuotati costitutisce la CICLICA MINACCIA che rischia di far collassare il Sé: gli oggetti d'amore, sopravalutati, iperidealizzati, sono attesi ad una conferma continua e sempre sproporzionata alla loro capacità di oblatività, dissolti prograssivamente vengono sostituiti(..). Lipersensibilità presenta caratteristiche di tipo cannibalico ("FAME DI OGGETTI"); L'IPERATTIVITÀ, LA FUGA DI IDEE, LE IDENTIFICAZIONI MULTIPLE, LA NEGAZIONE DELLA DIFFERENZA TRA ADULTI E BAMBINI COSTITUISCONO PARIMENTI LO STIGMA MANIACALE(..). LA 'VILTÀ' DELLA MANIA TENDE INCONTROLLATAMENTE ALL'ESCLUSIONE DEL DOLORE PSICHICO(..)" LA SOCIETÀ MANIACALE-R. CHELONI
Non vi è differenza tra mania e depressione quando procedono insieme, il disturbo maniaco-depressivo si manifesta come estrema difesa (nel sintomo) di un dolore psichico incontenibile e incontrollabile.

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LA SOCIETA' MANIACALE - IRSSF             22-01-2015     

"Il linguaggio come orizzonte, è in grado di fare il mondo attraverso minime variazioni semantiche (nel corso del tempo) che però "producono", ad esempio, una Weltanschauung -una visione del mondo: una Weltanschauung- di ragione oppositiva(..). Mi pare ormai palese(..) la conseguenza di quanto, sin dal 1975 (LE GROUP ET L'INCONSCIENT) Anzieu scriveva: "Il problema non è di ripetere ciò che Freud ha trovato in presenza della crisi dell'epoca vittoriana, é di trovare una risposta al disagio dell'uomo moderno nella civiltà attuale" -LA SOCIETÀ MANIACALE, R. Cheloni, 1996-. Tutto ciò che oggi si sta avverando sul fronte dei fenomeni sociali a cui stiamo assistendo 'attoniti' (per lo meno coloro che mantengono viva la loro indentità storica) già nel 1996 in questo piccolo e sostanzioso libro 'maledetto' proprio per la sua preveggenza era stato preannunciato. Non si trattava di una 'previsione magica', ma dell'analisi precisa di come l'uso del linguaggio politicamente corretto abbia stabilito fantasie inconsce che sono divenute 'realtà' nella vita sociale (oltre che individuale). e pertano inconsapevolmente agite. L'Analista ai nostri giorni più che mai è chiamato all'analisi dei 'fatti sociali' e a dire ciò che l'inconscio manifesta in quanto avviene. L'INCONSCIO È DIVENUTO PADRONE INCONTRASTATO DEL VIVERE QUOTIDIANO, IL TEMPO ANNULLATO E, CON IL TEMPO, LA DIFFERNZA TRA GENERAZIONI, LA DIFFERENZA FRA 'NEVROSI' E 'PSICOSI': LA PATOLOGIA NON VIENE PIÙ RICONOSCIUTA COME TALE, MA CONSIDERATA UN 'MODUS VIVENDI'. GLI PSICOANALISTI SONO DISPOSTI A 'PERDERE IL CONSENSO' (FREUD LO SAPEVA BENE!), MA NON SONO DISPOSTI A CELARE CIÒ CHE SCOPRONO COME INELUDIBILE ALLA COSCIENZA ATTRAVERSO LA RICERCA ANALITICA. LA PSICOANLISI HA MOLTO DA OFFRIRE IN QUESTA SOCIETÀ ESSENDO CAPACE DI TOLLERARE IL DISAGIO DELLA CIVILTÀ E PROPORRE UN MODO DI PENSARE CHE NON NEGA L'INCONSCIO, MA LO PORTA ALLA LUCE.

QUANDO LA PERVERSIONE DIVENTA NORMA

Il SALTO di una generazione con l'impossibilità a PENSARE secondo forme linguistiche accessibili alla consapevolezza -come la TEORIA TRANSGENERAZIONALE scopre- ci permette un'interpretazione della società odierna -nelle sconcertanti manifestazioni che ci viene proponendo via via come 'normali'- che conduce all'INCONSCIO senza il cui riconoscimento è impossibile accedere alla comprensione dei fenomeni odierni. L'IMPULSO AGITO SOSTITUISCE LA MANIFESTAZIONE LINGUISTICA, purtroppo l'agito viene giustificato e non si è più in grado di discernere la sostanziale differenza tra 'il dire e il fare' (non c'è più di mezzo..il mare) e non si può più desiderare, ma solamente mettere in atto ogni fantasia. La perversione -di cui Freud tanto ha scoperto e scritto per quel suo 'quantitativo' di residuo infantile che permane nella psiche e condiziona dall'inconscio il nostro agire- diviene la norma. Non è più ''quantitativo' è 'qualitativo' . Il mondo dell'infanzia si colora di quella crudeltà emotiva che spalanca l'ingresso ai 'diritti insaziabili' di cui abbiamo ascoltato tante volte parlare R. Cheloni...'LA SOCIETÀ MANIACALE' è una società in cui le fantasie perverse hanno perduto ogni riferimento umano con IL TEMPO della generazione e corrono impazzite verso agiti di morte, LA PULSIONE DI MORTE AGISCE SILENZIOSAMENTE, MA È INESORABIMENTE ALLORCHÈ LE È STATO NEGATO IL SUO COMPITO DI 'DIFESA. LA PSICOANALISI SI TROVA ORA NON SOLO AD AFFRONTARE UN 'VUOTO', MA AD AFFRONTARE LA 'CREDENZA' CHE NON VI SIANO VUOTI

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PSICOANALISI E SOGNO

"La psicoanalisi può essere (a questo punto) considerarta un sogno' il grande testo raccontato di un sogno dell'Altro(..) Freud ci ha trasmesso un mezzo per avvicinarci ad immaginare ed interpretare il sogno scritto nella sua opera, e questo mezzo è la metapsicologia, la quale consente l'incredibile rapporto tra l'osservazioe empirica e la speculazione, attraverso la mediazione del soggetto in posizione autobiografica di osservatore che narra. QUESTO STRANO SOGGETTO FUNZIONA UN PÒ COME LA SENTINELLA DI UN VECCHIO ROMANZO DI FANTASCIENZA, ALLA QUALE È STATO ORDINATO DI FARE DA GUARDIANO ALLE FRONTIERE DELL'UNIVERSO(..) LA SENTINELLA OSSERVA OLTRE LE FRONTIERE, IMMAGINANDO L'ALDILÀ DELL'ALIENO(..) L'ALIENO È VERAMENTE IL PERTURBANTE(..)" Lucio Russo, L'INDIFFERENZA DELL'ANIMA, Borla 2000, p.173-74. In questo bellissimo testo L. Russo, psicoanalista analizza, anche attraverso esperienze cliniche riportate l'esperienza di quella che chiama "indifferenza dell'anima", l'atmosfera affettiva comune in cui rimangono presi analista e paziente. Egli si avvicina attraverso soprattutto la descrizione del concetto di 'cripta' e di 'fantasma' in Abraham e Torok M. alle scoperte del Transgenerazionale, sfiorandole (nelle modalità 'incomprensibilei' della 'malattia del lutto') ma non ancora intraprese. La sostanziale differenza che fa della TEORIA TRANSGENERAZIONALE una scoperta di cui gioire per quanto si avvicini strettamente al nucleo della psicosi (lasciondo aperto l'avanzare della scienza psicoanalitica) sta nel PREFISSO 'TRANS' che avverte di un 'SALTO': il TEMPO della trasmissione-la generazione dei genitori- è stato 'saltato', 'non c'è' nell'inconscio come possibile rappresentazione, si manifesta all'analista solo nella ripetizione dei 'sogni' (diurni e notturni-fantasie) in forme linguistiche simili a slogan, racconti strani, assurde credenze, paure, terrori senza nome: È IL SEGRETO CHE FA IMPAZZIRE...

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Il 12 novembre 2014 si è tenuto l'incontro "Franz Kafka di fronte alla Legge". Dott. Roberto Cheloni.

Fra poco le date dei successivi seminari.

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PSICOLOGIA INDIVIDUALE E PSICOLOGIA SOCIALE

"La contrapposizione tra 'psicologia individuale' e quella sociale e collettiva si rivela, quando la si consideri più attentamente, BEN MENO PROFONDA DI QUANTO NON APPAIA A PRIMA VISTA(..). Nella vita dell'individuo l'ALTRO RAPPRESENTA SEMPRE UN MODELLO, UN AMICO ED UN NEMICO, e sin dall'inizio la 'psicologia individuale è anche, sotto un certo aspetto, una 'psicologia sociale, in senso LATO, MA PERFETTAMENTE LEGITTIMO DELLA PAROLA(..)". Freud-Psicologia collettiva e analisi dell'Io-1920. Che cosa ha permesso dunque a R. Cheloni di prevedere già dal 1996 (il suo testo: LA SOCIETÀ MANIACALE, lo testimonia chiaramente) quali sarebbero state le patologie di cui il Diritto (e dunque l'intera società) è oggigiorno portatore? 'Quid Juris?' -Cosa è e cosa non è il Diritto?- Traguardare -come attraverso un potente microscopio- attraverso l'Inconscio i fatti sociali emergenti ed interpretarli così come la psicoanalisi insegna. l'Inconscio negato diviene padrone indisturbato di ogni umana giurisdizione e anche il Diritto ne diviene preda, il sogno uscito dall'immobilità a cui il sonno lo costringe diviene incubo, incubo sociale travestito così raffinatamente, così luccicante e piacevolmente apparente che non è facile riconoscerlo e ancor più difficile è uscirne, ma quale sollievo sarebbe in un mondo privo di Diritto poterlo ritrovare

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LE "SCENE MODELLO". NONNI, GENITORI, FIGLI. LA TRASMISSIONE EREDITARIA  - IRSSF

"I nonni e ciò che hanno trasmesso ai loro figli, coscientemente o incoscientemente, costituiscono (infatti) un legame con il passato, con i costumi che hanno esssi stessi ereditato dai loro genitori e, atraverso questi, dai loro nonni(..). I nonni non solo rappresentano le prime immagini di identificazione dei nostri genitori, ma sono anche i portatori di rappresentazioni della propria infanzia e dei propri genitori, di conseguenza gli ultimi testimoni di un racconto che risale a volte molto indietro nel tempo della Storia(..)"-ALAIN de MIJOLLA-PREISTORIE DI FAMIGLIA-p. 125. Così scrive lo psicoanalista francese Alain de Mijolla in un breve stralcio di questo saggio che si addentra nel concetto di ROMANZO FAMILIARE di Freud secondo le modalità di ricerca scientifica della psicoanalisi e si avvicina alle scoperte della TEORIA TRANSGENERAZIONALE . "SCENE MODELLO" rappresentano ciò che ineludibilmente e in modo inconsapevole è stato trasmesso dai nonni (e la loro Storia) ai genitori e da questi ai figli. La patologia 'famigliare' acquista forza nella trasmissione inconscia tanto da diventare una sorta di 'motto', di 'parola magica': un'iposisizione che non può venire tradita in quanto essa stessa 'è il legame che ci unisce' senza del quale 'saremmo perduti'. Nel riflettere su questa realtà all'analista non può sfuggire che il 'genitore' nell'inconscio è rimasto 'quel bambino' che non ha potuto distaccarsi da uno scenario in cui l'unica possibilità era stata quella di 'fare funzione' di genitore al proprio genitore-nonno (È IL SALTO TRANS-GENERAZIONALE). i SOGNI testimoniano del legame di tre generazioni e di quanto il legame sia stretto, vincolante; solo dopo molto tempo di analisi i sogni cominciano a modificare i loro scenari e le tre generazioni compaiono 'distinte' nel tempo: è l'inizio della guarigione la cui 'STORIA' si attua nel percorso analitico.

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LA COAZIONE A RIPETERE COME MODO DI RICORDARE - IRSSF

"Nelle fughe da casa, Tizia parodiava le uscite melodrammatiche della madre Sempronia. E' ciò che denominiamo (1.1) "relazione con l'altro in un ordine" -l'ordine pulsionale- "capace di appetitus ad rappresentandum". Non solo la coazione a ripetere si rese "innocua" (Freud), durante i primi mesi di trattamento, ma anche "utile" (Si ricordi che nell'ambito dei consigli sulla tecnica psicoanalitica, Freud non cessa di ripetere che la COAZIONE E' IL "MODO DI RICORDARE" del paziente). La RE-ISCRIZIONE della storia clinica di Tizia fece emergere un ricordo che le confermò di aver AGITO (scaricandolo nell'AGIRE COMPULSIVO) il DESIDERIO DELLA MADRE (una dei 'GUARDIANI')..". R. Cheloni, Il segreto di Tizia (conclusioni: LA MELODIA DELLE PULSIONI), SCRITTI, p.347

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LA PULSIONE DI MORTE NELLA TEORIA TRANSGENERAZIONALE - IRSSF

"Secondo Laplanche una sessualità non legata si muove verso un' afanisi del desiderio nella quiete solenne della morte(..)" R. Cheloni-LA PULSIONE DI MORTE NELLA TEORIA TRANSGENERAZIONALE. "Come nella pedagoia scolastica "la competenza" ha assorbito e neutralizzato le "vecchie" componenti che misuravano il profitto, così nella psicologia evolutiva il bambino "competente" ha messo in sordina quello "pulsionale". Ma il "bambino pulsionale" freudiano, a ben vedere, posside una "competenza" del tutto perspicua e particolare, volta maggiormente a quelle che si definiscono "RELAZIONI D'OGGETTO", RELAZIONI CAPACI DI IMPRIMERE UNA VIA ALLO SVILUPPO PSICHICO (..)" R. Cheloni- LA PULSIONE DI MORTE NELLA TEORIA TRANSGENERAZIONALE-SCRITTI (1996-2010), p. 278-279. 'La pulsione di morte' non può 'vivere' se non è 'legata', così come la psicoanalisi intende il legame: un vincolo inconscio che si stabilisce nella trasmissione psichica dall'inizio della vita che affonda nella storia famigliare, ma come può l'eccitamento pulsionale trovare una via di sbocco se non è stato stabilito il 'vincolo' che permette l'eleborazione dell'agressività e dell'amore? LA NEGAZIONE DELLA PULSIONE NON NE ELIMINA L'ESISTENZA, BENSÌ L'ABBANDONA A SE-STESSA E ALL'AGIRE INCONSCIO CHE NE DERIVA. LA TEORIA TRANSGENERAZIONALE ANALIZZA QUESTA NUOVA PROBLEMATICA CHE LA SCIENZA PSICOANALITICA STA AFFRONTANDO IN QUESTI ANNI.

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IL MODO DI FARE ESPERIENZA MODIFICATO DALL'ANALISI - IRSSF

-Soltanto un'analisi condotta su un vasto arco temporale può dar conto del livello di contaminazione che la "sonda psicoanalitica" (T. Bastianini, Amor sui, AA.VV., Generi e Generazioni, Milano 2008, p.62) ha prodotto sulle altre scienze sino a modificare FUNDITUS IL MODO DI FARE ESPERIENZA DI NOI STESSI E DELLA NOSTRA MENTE (..)- R. Cheloni, COMMENTO A CASSAZIONE PENALE-MA LA PSICOANALISI NON È UNA "PSICOTERAPIA". Le grandi scoperte di Freud che R. Cheloni pone non solamente alla base della sua ricerca scientifica, ma che percorre rivisitandole continuamente alla luce della Teoria Transgenerazionale, non possono venir contaminate alla radice di quanto Freud afferma pena il decadere della psicoanalisi stessa. Freud così si esprime nella lettera (1932)a Richard Streba che si accingeva a pubblicare un dizionario di psicoanalisi in dispense che aveva mostrato a Freud. "SO BENE CHE LA VIA DELLA LETTERA A ALLA FINE DELL'ALFABETO È MOLTO LUNGA, E CHE PERCORRERLA TUTTA SIGNIFICHEREBBE UN ENORME CARICO DI LAVORO PER LEI. PERCIÒ NON LO FACCIA, A MENO CHE NON SI SENTA COSTRETTO DA UNA NECESSITÀ INTERIORE: SI PIEGHI SOLTANTO A UNA COSTRINZIONE DE QUEL GENERE E NON OBBEDISCA MAI AD ALCUNA PRESSIONE ESTERNA".Freud, Prefazione al "Piccolo dizionario di psicoanalisi" di Richard Streba, 3 luglio 1932. Non a caso Freud ha rivolto queste parole all'ALFABETO della psicoanalisi, quando IL MODO DI "FARE ESPERIENZA DI NOI STESSI E DELLA NOSTRA MENTE" -Cheloni, cit. supra- È STATO MODIFICATO DALL'ANALISI. Si intuisce qui come la ricerca scientifica non possa procedere se il suo statuto viene costretto 'da ragioni esterne' a 'fare qualcosa' che non le appartiene. Che cos'è dunque il diritto? - "QUID JURIS?". LO ASCOLTEREMO NEL PROSSIMO SEMINARIO DI R. CHELONI

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SOGNI - IRSSF

I sogni durante l'analisi si ripresentano e possono sembrare 'uguali' a 'sempre', ma all'ascolto dello psicoanalista-Teseo non possono celare le sottili varianti che stanno ad indicare che nell'inconscio qualcosa si è modificato: che il sogno non è più solamente la riproposizione invariata della situazione traumatica da cui ha tratto origine e a cui ritorna ogni qualvolta qualcosa che si è presentato durante la giornata ha avviato la formazione del sogno. Il sogno appare con sfumature diverse: immagini, colori, movenze, parole, 'personaggi'; il linguaggio del sogno ha subito una trasformazione che colora di sé il sogno. Una donna (in analisi da 2 anni) sognava ripetutamente che la sua casa andava a fuoco: un grande incendio devastante l'avvolgeva e a fatica lei riusciva a sollevare il figlioletto fra le braccia e scappare. Nel momento in cui fuggiva si svegliava in preda ad una profonda angoscia. Rebecca (così la chiamiamo qui) era vissuta in un ambiente famigliare apparentemente sano, così sembrava dai suoi racconti in seduta, ma 'stranamente' la sua vita era stata costellata di abbandoni traumatici, senza apparente ragione. L'analisi risalì le generazioni e via via fece chiarezza sugli 'abbandoni' che il bis-nonno paterno, il nonno e il padre della paziente avevano subito in tenerissima età. Gli abbandoni avevano comportato molti cambiamenti di ambiente, di paese, di casa (..). Rebecca -ad un certo punto dell'analisi- sognò che teneva tra le mani un vassoio di cibo che aveva appena tolto dal fuoco, avvolto in un canovaccio per non scottarsi, ma all'improvviso il suo vestito di lana prendeva fuoco sul dorso. Rebecca allora chiamava sua madre perchè l'aiutasse prendendole il piatto di cibo, ma la madre pareva non capire il pericolo e restava ferma. Allora Rebecca posava il piatto sul tavolo e spegneva il fuoco, che sembrava stesse per avvogerla, con il canovaccio. La paziente si era svegliata con una sensazione di 'stranezza', ma non di angoscia. Rebecca aveva oltrepassato qualcosa che nell'inconscio la costringeva a riproporre l'incendio come unica via di uscita all'angoscia del continuo cambiamento di casa -sinonimo degli abbandoni che il padre e il nonno avevano subito-. Ora poteva spegnere quel fuoco che ancora bruciava, ma restare nella sua casa.

 

 

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L'INCONSCIO

Conclude così Freud una delle sue 'LEZIONI ELEMENTARI': "LA NATURA DELLO PSICHICO": "Un filoso tedesco, Theodor Lipss, ha dichiarato in modo estremamente esplicito che lo psichismo è in sé inconscio e che l'inconscio è il vero e proprio psichico.(..) Fin troppo sovente filosofia e letteratura si sono gingillate con l'inconscio, mentre la scienza non sapeva che farsene. LA PSICOANALISI SI È IMPADRONITA DI QUESTO CONCETTO, LO HA PRESO SUL SERIO E GLI HA DATO UN NUOVO CONTENUTO. LE SUE RICERCHE HANNO PORTATO ALLA CONOSCENZA DI CARATTERI INSOSPETTATI DELL'INCONSCIO PSICHICO E ALLA SCOPERTA DI ALCUNE LEGGI CHE LO GOVERNANO. CON TUTTO CIÒ NON È DETTO TUTTAVIA CHE LA QUALITÀ DELLA CONSAPEVOLEZZA ABBIA PERDUTO PER NOI IL SUO SIGNIFICATO. RESTA LA SOLA LUCE NELLE TENEBRE DELLA VITA PSICHICA CI ILLUMINA E CI GUIDA.(..)". Freud, 'Alcune lezioni elementari di psicoanalisi', 1938. Freud non vide la pubblicazione di questo scritto che fu pubblicato postumo. La TEORIA TRANSGENERAZIONALE ha assunto con rigore scientifico quanto Freud afferma (e sempre più trova convalida nelle neuroscienze). La formazione dell'Inconscio CHE EMERGE VIA VIA IN ANALISI fa luce sulla storia familiare e le condizioni di sopravvivenza che ne hanno inconsciamente determinato la 'visione del mondo'. I sogni, in analisi, si presentano più volte con innumerevoli sfaccettature diverse che all'ascolto dell'analista non sfuggono nel loro modificarsi verso la guarigione. SCENE MODELLO è il racconto di tre storie cliniche dove l'analisi conduce il paziente a riappropiarsi della propria umanità violata dall'inconsapevolezza.

IRSSF

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PSICOTERAPIA E PSICOANALISI: SOSTANZIALI DIFFERENZE (TRIBUNALE DI BRESCIA)

"L'Enciclopedia britannica non lascia dubbi circa la sostanziale funzione di 
comando, di influenzamento, indicata come fondamento nella voce dedicata alla Psicoterapia: "lo sforzo di una persona o di un gruppo di persone inteso ad attenuare deficienze o disagi influendo lo stato mentale, le azioni e il comportamento del sofferente". (..) Una sentenza del Tribunale di Brescia assolve l'imputata psicoanalista affermando così corretamente il giudice: "l'analista, infatti, NON PRESCRIVE NESSUN COMPORTAMENTO AL PAZIENTE RISPETTO ALLA MOLTEPLICITA' DI SITUAZIONI DA AFFRONTARE, LIMITANDOSI AD ASCOLTARLO (..) ESPLICANDO COS' UNA SORTA DI SOSTEGNO PASSIVO PER UN SOGGETTO CHE RICHIEDE SEMPLICEMENTE DI APPROFONDIRE LA CONOSCENZA DI SE STESSO". In epigrafe, il giudice, si esprime sulla consolidata linea ermeneutica riguardo la Légge Ossicini:"NULLA È PREVISTO PER L'ESERCIZIO DELL'ATTIVITÀ DI PSICOANALISTA E NON SI VEDE, ALLA STREGUA DELLE CONSIDERAZIONI SOPRAESPOSTE, COME QUESTO POSSA ESSERE IDENTIFICATA CON QUELLA DI PSICOLOGO". R. Cheloni, Commento a Cassazione Penale-"MA LA PSICOANALISI NON È UNA "PSICOTERAPIA" (2011).

 

"In questa situazione traumatica (pensiamo anche a ciò che la scuola italiana sta diventando) perché violentemente impositiva del pensiero, in Italia sembra che la lotta per la Ricerca psicoanalitica vada sempre più a scontrarsi con la seduzione che le più svariate offerte di "benessere", suggerite dalle innumerevoli proposte 'psicoterapiche', mettono in atto. La fatica immane dello psicoanalista, penso, stia anche in gran parte nel non lascarsi sedurre alla rinuncia della Ricerca scientifica che può esplicarsi solamente nell'unicità delle storie cliniche. Uniche perché unico nelle sue sfaccettature è il desiderio di ciascuno. Non a caso Freud ha dovuto soffrire tutta la vita per questa unicità che lo ha condotto a scoprire la psicoanalisi. La psicoanlisi non può 'essere comperata', né 'svenduta', né cammuffata: L'iNCONSCIO NON SA MENTIRE, anche quando, in seduta, il paziente si 'sforza' di farlo razionalmente, emarge. La Teoria Transgenerazionale ha AMPLIATO le scoperte di Freud, estendendo la portata dell' 'ordine' (comando ineludibile perchè inconsapevolmente dato e ricevuto) inconsapevole che attraversa le generazioni dai 'nonni', ai 'genitori', ai 'figli' in un crescendo di sofferenza e di esplosione psichica incomprensibile prima della sua scoperta."

Zita Burtet

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MUSICA MAESTRO

-Fu scritto (Di Benedetto) che "la musica rinvia al mondo inconscio anche perché risveglia alcune nostre esperienze asimboliche, depositate nelle memorie del corpo".
Nei timbri, nel variare dei suoni della voce, si mostra il legame tra il corpo e la parola; è necessario in analisi sintonizzare con le inflessioni di voce del paziente per mantenere vivo il legame tra le esperienze rappresentate dalle parole e la loro radice semantica. I messaggi non verbali, la gestualità, gli ammiccamenti sono un richiamo irresistibile ad esperienze percettive arcaiche(..).- R. Cheloni, MUSICA MAESTRO! (titolo del Convegno tenuto nel 2006 presso il Collegio Vescovile 'Pio X' di Treviso; lo scritto verrà pubblicato nel 2° volume di "SCRITTI"). Nel silenzio dei sogni la musica, i suoni, le parole udite diventano immagini. In un sogno 'Claudette' raccontò che aveva fatto un sogno e di non riuscire a spiegarsi di dove le venisse l'immagine di un un'insegna che illuminava la strada nell'oscurità della notte attraverso intermittenti fasci di 'LUCI'; lei aveva provato la strana sensazione di qualcuno che la mettesse in guardia...poi ricordò che suo padre tornando a casa chiamava a voce alta: 'LUCI' (sua madre) e che il suono di quella voce aveva per lei il significato della 'presenza'...'LUCI' era stata la musica, 'LUCI' la canzone della sua vita infantile (NEL MARE LUCCICA L'ASTRO D'ARGENTO...cantava suo padre) ricompariva nel sogno sottoforma di 'luci' che illuminavano ad intermittenza la strada buia, ma anche 'luci' che controllavano ogni suo passo...L'ANALISI SOLAMENTE POTEVA 'ILLUMINARE' COME LA VERA MUSICA IL SUONO 'LUCI'

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Per saperne di più sul versante psichico occorre consultare la teoria transgenerazionale del Dottor Roberto Cheloni dell'Istituto di Ricerca Scientifica Sigmund Freud di Treviso (IRSSF) che già da molti anni ha scoperto le modalità di trasmissione psichica dei traumi da una generazione all'altra.

 

Questi sono i link per ascoltare il Dottor Roberto Cheloni sulla Teoria Transgenerazionale:

 

www.youtube.com/watch?v=qt_HmBtEK_g

Scritti (parte prima) di Roberto Cheloni

 

www.youtube.com/watch?v=33TrDOpAQtI

Scritti (parte seconda) di Roberto Cheloni

 

www.youtube.com/watch?v=nPBBdOsomy0

Storie cliniche, Scritti di Roberto Cheloni (parte prima) - Treviso, 14 maggio 2013

 

www.youtube.com/watch?v=i0Nk8CFqMvk

Storie cliniche, Scritti di Roberto Cheloni (parte seconda) - Treviso, 14 maggio 2013

 

www.youtube.com/watch?v=i-SN8o0coNA&feature=youtu.be

Storie cliniche, Scritti di Roberto Cheloni (parte terza) - Treviso, 23 dicembre 2013


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l 20 febbraio 2014 si è tenuto il seminario su Francoise Dolto. Relatore Dott.ssa Zita Burtet (presidente dell'IRSSF) per Alliance Francaise.

In questo link trovate il video della conferenza:

www.youtube.com/watch?v=hrA_ixp1ByA&feature=youtu.be

 

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Le scene modello

Irs S. Freud
"SCENE MODELLO"..."SONO QUEI MOMENTI IN CUI OCCUPANO IL CENTRO DELL' ANALISI QUELLE 'SCENE DA MATRIMONIO' CHE 'SI RIPERCUOTONO SUI FIGLI', sono potenti impressioni infantili che assumono l'aspetto di un' 'apparente trasmissione ereditaria', ma che -a ben vedere- circoscrivono la trasmissione di un transfert ereditario(..). Ne "l'IO E L'ES" (Freud) si esprime apoditticamente: persino contenuti psichici bene determinati, egli sentenzia, non hanno altra origine che il transfert ereditario (..)" R. Cheloni, "IL RUOLO DELLE SCENE MODELLO" nella Teoria Transgenerazionale (2013).
L'umorismo

Freud affronta veramente ogni affetto che concerne la vita umana, la sua origine e i suoi derivati inconsci, e l'umorismo appartine nella sua natura solamente all'umano, non è facile saper ricevere e godere dell'umorismo e non è una dote 'naturale' esserene capaci. Freud lo aveva ben compreso: c'è nella capacità di fare dell'umorismo una disposizione adulta che non è disgiunta dalla possibilità di esercitare la tutela paterna verso lo smarrimento dell'Io di fronte alle difficoltà della vita e gli affetti improvvisi, che 'scoppiano' inconsapevolmente. L'ANALISI PERMETTE DI RINVENIRE ANCHE LA CAPACITÀ DI ABBASSARE L'ANGOSCIA INSORGENTE ATTRAVERSO LA MATURITÀ CHE SI RAGGIUNGE NEL LAVORO DI TRANSFERT E CONTROTRANSFERT. COSÌ SCRIVE FREUD:"(..) La cosa principale è l'intenzione a cui l'umorismo serve, sia che esso si esrciti sulla propria persona sia che si esrciti su altri. L'UMORISMO VUOL DIRE:"GUARDA, COSÌ È IL MONDO CHE SEMBRA TANTO PERICOLOSO. UN GIUOCO DA BAMBINI, BUONO APPUNTO PER SCHERZARCI SU" Se veramente è il Super-io che nell'umorismo parla in tono così amabilmente consolatorio all'Io intimidito, ciò ci ammonisce che sulla natura del Super-io abbiamo ancora moltissime cose da imparare. INOLTRE NON TUTTI GLI ESSERI UMANI SONO CAPACI DI ASSUMERE L'ATTEGGIAMENTO UMORISTICO: L'UMORISMO È DOTE RARA E PREZIOSA, e sono molti gli individui che mancano della capacità di godere del piacere umoristico che viene loro offerto. E,INFINE, SE IL SUPER-IO MIRA MEDIANTE L'UMORISMO A CONSOLARE L'IO E A DIFENDERLO DALLA SOFFERENZA, COSÌ FACENDO NON CONTRADDICE AFFATTO LA SUA PROVENIENZA DALL'ISTANZA PARENTALE" S.Freud, L'umorismo, OSF n.10, p.508.

 

 

Comunicazione linguistica e trasmissione psichica
"Nella comunicazione linguistica sta il segreto della trasmissione psichica(..). LE RICERCHE CHE DA OLTRE UN VENTENNIO CONDUCO mi permettono ormai di avviare un lavoro serio di cura familiare dopo la presa a carico di un paziente problematico(..). Freud non scrisse mai che non possono essere presi SINGOLARMENTE in analisi componenti dello stesso gruppo familiare (..): IN TEMPI SUCCESSIVI DAL MEDESIMO ANALISTA" R.Cheloni, SCRITTI-1996-2010, p.230

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A volte è difficile ricordare, è difficile dire.

DA F. DOLTO a R. CHELONI: il corpo, la mente, il cuore e l'analisi..."Ma che cosa si trasmette, da generazione in generazione, se non un'interazione all'interno di quell'orizzonte che Natalia Ginzburg chiamava, nel suo romanzo, "LESSICO FAMIGLIARE"? ECCOCI GIUNTI ALLO SNODO FONDAMENTALE NELLA CURA ANALITICA: LINGUAGGIO E SILENZI, DIRE E TACERE, accompagnano la nostra vita sin dal concepimeno(..). Esistono ricordi, la rievocazione dei quali, impedita alla coscienza, SI SPOSTA NEL CORPO(..)". R. Cheloni, L'Ordine della Generazione. Ci sono cose che non solo è difficile ricordare, ma è difficle dire: dire all'analista (ma l'analista sa ascoltare dentro i silenzi) e sono quelle cose che fanno soffrire di più perché rimangono dentro, imprigionate nel silenzio, ma non per questo diventato ininfluenti, anzi proprio per questo ci 'trattengono' come imprigionati e fanno male alla mente, al cuore, al corpo che in qualche modo ne PATISCE senza sapere di dove viene IL SUO PATIRE. Si ha paura di affidarsi all'analista quando si è stati troppe volte respinti e non lo potevamo dire quanto ci facesse male, ma è l'analista che non ha paura di questo 'affidamento' ed è davvero un grande sollievo poter 'riporre fiducia' e utilizzare le nostre energie per vivere quello che siamo nella mente e nel cuore.

IRSSF

 

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Il 20 febbraio 2014 si è tenuto il seminario su Francoise Dolto. Relatore Dott.ssa Zita Burtet (presidente dell'IRSSF) per Alliance Francaise.

Per ascoltare la conferenza clicca su questo link:



 

 

Françoise Dolto: una donna che i Francesi amano

ritratto di una psicoanalista

 

Zita Burtet (breve stralcio di introduzione)

 

F. Dolto è una pediatra-psicoanalista francese, che ha largamente consacrato alla psicoanalisi dell'infanzia la sua vita. Nasce a Parigi il 6 novembre del 1908 e muore, sempre a Parigi, il 25 agosto del 1988.

Lo spunto per questo seminario ci è venuto dalla riedizione, da parte della Seuil, di un testo uscito nel 1989: “Autoportrait d’une psychanalyste”,1934-1988, testo che raccoglie in una lunga conversazione le ultime parole di F. Dolto, a poche settimane dalla sua morte. In questo titolo è racchiuso l'intero messaggio che F. Dolto vuole lasciare di se-stessa, il senso che ella ha desiderato dare con passione alla sua esistenza: sono una psicoanalista, quasi a raccontare la sua storia clinica, il suo stesso 'caso'. Così afferma F. Dolto nel primo capitolo di Autorortrait d'une psychanalyste-Le cadre de l'enfance: “E' un dovere per gli psicoanalisti lasciare di sé la loro storia”. In questo testo interlocutori di Françoise Dolto sono Alain e Colette Manier, entrambi psicoanalisti, amici e ospiti della Dolto dal maggio al luglio 1988, nelle ultime settimane di vita della grande psicoanalista parigina. Questo volume si presenta infatti come una sorta di testamento spirituale, nel quale la Dolto ripercorre la sua propria vicenda analitica, un filo rosso che investe tutte le tappe più importanti dell’esistenza di Françoise e i temi principali della sua ricerca nel campo della psicoanalisi. Seguiremo dunque questo filo rosso, partendo dall’infanzia. Fin da piccola, Françoise Dolto, bambina intellettualmente dotata e particolarmente emotiva, ha sentito il dovere di prendersi cura dell’altro e, in primis, dei suoi familiari, in particolare della madre. Fin dall’età di 4 anni e mezzo desiderava infatti diventare “medico dell’educazione”. Già prima di conoscerla la psicoanalisi era presente nel desiderio di Françoise che ascoltava con vigile attenzione tutto ciò che i grandi intorno a lei dicevano e ci rifletteva sopra, ma era pur sempre l'ascolto di una bambina che non sa di essere tale così afferma la stessa F. Dolto: “Il bambino non sa di essere bambino” (..)

F. Dolto

"Je ne savais jamais quelle opinion politique adopter: ma mére etait royaliste et mon père trouvait cela trés drole. Elle était pour Leon Daudet et Maurras; mon père était, je crois, mettons, conservateur-centriste. Mais sa soeur préferée, une blonde aux yeux bleus, etait mariée à un artiste-graveur qui, lui, etait SFIO. Et deux fois par semaine, quand ils venaient à la maison, il y avait des disputes politiques: une fois avec la coté de ma mère, une fois avec la coté de mom père(..). Voilà: la politique pour moi, c'etait tout cela (..). Je n'y comprenais grand-chose mais ce qui m'intèressait c'etait de savoir ce qui intèressait mon père dans la vie". F. DOLTO-AUTOPORTRAIT D'UNE PSYCHANALYSTE-p.76,77

 

Irs S. Freud Così simpaticamente racconta F. Dolto e in tanta difficoltà a destreggiarsi tra le discussioni 'dei grandi', alla piccola Françoise infine interessa una sola cosa veramente: cosa pensa suo padre? Come non riandare alla nostra infanzia e riconoscere che -nel bene e nel male-presente o assente- l'affetto (come lo intende la psicoanalisi) per lui ci ha profondamente impresso. F. Dolto rimase rigorosamente aderente alla scoperta di Freud del 'Complesso di Edipo'. La libido è 'materiale umano' di inestimabile valore per lo psicoanalista.

 

 

"Durante la lunga degenza in ospedale Tony non era apparso né caratteriale, né ritardato: questa cosa dava molto da pensare ai medici e agli operatori e procurava disagio. No, questo bambino non era né delinquente, né caratteriale, né ritardato: egli soffriva. Era ipocondriaco. Ritornavo al suo male alle ginocchia, alla parola (ricordiamo sempre che, come diceva Freud, nei sogni il suono si traduce in immagine fuorviando l'interpretazione del pensiero che sottende il sogno) genoux: je-nous. Non genoux-ginocchia, ma Je-nous: Io-noi, che cosa siamo 'noi-io-mio padre'? Questo era l'interrogativo inconscio di Tony (e di suo padre attraverso di lui). Poteva sembrare un gioco di parole, ma non lo era ed era quanto si scopriva attraverso le sedute di analisi, era quanto ascoltavo (..). Tony poneva il problema della famiglia paterna e chiedeva aiuto attraverso la forma linguistica che il male alle ginocchia (genoux) esprimeva nel suono (genoux-je-nous,Io-noi-Io-mio padre)", F. Dolto, Caso di Tony,"L'image incosciente du corps" 1984