Si sentono dire tante cose sull'omosessualità, ma la psicoanalisi cosa ne pensa?

La psicoanalisi non ha risposte 'generalizzate' sull'omosessualità, guarda alla storia del soggetto e di come la libido si è evoluta. La psicoanalisi prende in considerazione ed ascolta la sofferenza e il disagio psichico che ne derivano.

PURTROPPO PIU' DI QUALCHE VOLTA, DIREI SPESSO, CHE NONOSTANTE IO SIA PREPARATO, QUANDO MI TROVO DAVANTI A QUALCUNO CHE MI INTERROGA HO IL CLASSICO 'VUOTO DI MEMORIA' ED È COME SE NON AVESSI STUDIATO.
OVVIAMENTE POTETE IMMAGINARE LA FRUSTRAZIONE! NON RIESCO A TROVARE UNA SOLUZIONE A QUESTA DIFFICOLTÀ.

Si tratta di una difficoltà che trova di certo la sua collocazione all'interno di 'qualcosa' che non si è ben oltrepassato nell'infanzia o nell'adolescenza. Non ci sono risposte 'uguali per tutti', di certo in psicoanalisi di potrebbe dire: 'un ingorgo della libido', ma cosa vuol dire se non si interpreta all'interno di un'analisi? Cioè se non emergerà, attraverso le libere associazioni in seduta, nel transfert con l'analista, ciò che ha determinato questo 'arresto' che si ripete ogni qualvolta ti trovi ad essere 'interrogato'? Su che cosa e da chi e come? Certamente l'inconscio 'lo sa', ma non può (senza l'ascolto e l'interpretazione) renderlo consapevole. Forse dietro questa 'impasse' si cela qualcosa che apparentemente niente ha a che vedere con il 'sintomo' manifesto...

Ho avuto degli episodi in cui mi sono sentita che non riuscivo più a 'muovermi', mi hanno detto che sono attacchi di panico, ma non mi pare che sia così perché mi sarebbe accaduto anche in passato invece no, mi è successo adesso e non capisco come mai?

Molto probabilmente non si tratta di attacchi di panico, ma di situazioni in cui ha preso su di lei il sopravvento una forma di angoscia che potrebbe essere interpretata in analisi.

Vorrei tanto sapere come mai, con tutta la mia buona volontà, a volte ho la sensazione di non riuscire proprio a farmi capire dagli altri? Magari voi fate anche colloqui?

Si. l'Istituto ha da quando si è costituito ha messo a disposizione di coloro che lo chiedano (previa comunicazione telefonica alla presidenza) un colloquio gratuito di ascolto. La nostra associazione nasce per il desiderio di far conoscere e diffondere la psicoanalisi e le nuove scoperte (a partire da Freud) inerenti alla Teoria Transgenerazionale di cui il Prof. Cheloni (nostro Analista Didatta è il massimo esponente internazionale). Ogni anno l'Istituto organizza seminari di conoscenza e formazione.

Spesso mi sveglio con l'impressione di aver fatto un sogno, ma non riesco a ricordare niente, solo una sensazione di qualcosa che non riesco a vedere, è possibile che i sogni non si ricordino da un momento all'altro? Grazie!

Certamente è possibile! Freud lo ha bene scoperto e spiegato. I sogni spesso non si ricordano al nostro risveglio e spesso, anche se si ricorda qualcosa, è solo una parte del sogno, la meno sconcertante.
I sogni sono così importanti per ciò che possono svelare del nostro desiderio inonscio che ricordarli sarebbe, a volte, troppo angosciante. Inoltre non è certo facile comprendere il linguaggio del sogno e neppure ciò che il sogno sottende. L'analisi attraverso l'ascolto dello psicoanalista e solo attraverso l'ascolto dentro l'ascolto (nell'inconscio) e la conoscenza dell'interpretazione dei sogni può aiutare a ricordare e a raccontare...Il sogno è il testo principe della psicoanalisi e la psicoanalisi lo tratta con estrema serietà e cautela; l'analisi transgenerazionale scopre attraverso i sogni qual'è il segreto famigliare che ad insaputa del soggetto gli è stato trasmesso come un 'ordine dato' indecifrabile, ma terribilmente 'presente' che agisce indisturbato nella nostra vita quotidiana e i sogni lo raccontano...bisogna saperli ascoltare e avere chi li ascolta con cognizione di causa: lo psicoanalista