Da Sigmund Freud a Roberto Cheloni

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Giornata della Memoria

Alessio 30.01.2014
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime dell'Olocausto.
Da poco è passato questo giorno. Vorrei dire che oltre alle sofferenze dei diretti interessati vittime di quel massacro, bisogna ricordare le sofferenza di molti figli e nipoti di costoro, che a quegli abusi devono la loro sofferenza.
Diversi studi longitudinali hanno dimostrato come gli abusi subiti dagli ebrei durante la guerra si sono impressi non solo nella loro memoria cosciente, ma ancora di più nella memoria inconscia e nel loro organismo. Molti dei loro figli presentano disturbi post traumatici da stress e hanno una notevole vulnerabilità fisiologica. Il loro sistema nervoso fatica a contenere lo stato di eccitazione che il sistema limbico trasmette a tutto il loro organismo. I figli dei figli presentano disturbi psichici gravi come le psicosi.
Questo ci insegna che ricordare è una attività mentale necessaria e molto più complessa di quello che si crede, dall’esito della quale possono determinarsi molteplici conseguenze, piacevoli e dispiacevoli.
Le vittime dell’Olocausto pur tacendo la loro sofferenza ai loro figli non hanno potuto far a meno di trasmetterla lo stesso. Gli abusi comportano traumi che si installano nella psiche formando delle memorie di stato che corrono attraverso le generazioni impedendo ai discendenti l’evitamento delle funeste conseguenze.
Si veda quanto dice il Dott. Roberto Cheloni a proposito dei rapporti tra generazione “n”, “n-1”, “n-2” nei casi di abuso.

Una domanda

Sonia G. 22.01.2014
Ho letto che le gravi sofferenze psichiche hanno spesso a che fare con dei segreti tra le generazioni. Di che tipo di segreti si tratta?

R: Una domanda

IRSSF 22.01.2014
Di solito riguardano nascite clandestine, abuso sessuale, incesto.
Il segreto lo si evince dalle scene modello (storielle, racconti, immagini) portate in seduta dal paziente e che ruotano tutte attorno ad un nucleo: ciò che i nonni del paziente hanno vissuto traumaticamente e taciuto alle generazioni successive.

Domanda

Stefano P. 20.01.2014
Cosa si intende quando si parla di generazione n, n-1, n-2?

R: Domanda

IRSSF 20.01.2014
Con n si vuole indicare la generazione dei nipoti, con n-1 ci si riferisce alla generazione precedente la n, quella dei genitori (indietro di una generazione), con n-2 si fa riferimento alla generazione dei nonni dei nipoti (indietro di 2 generazioni).
Le gravi sofferenze della generazione n, non sempre trovano una loro spiegazione nei disagi vissuti nella propria infanzia; a volte, noi psicoanalisti, ci troviamo di fronte a sintomi che la generazione n ha ereditato dalle generazioni precedenti, cioè quella dei genitori (n-1) e dei nonni (n-2).

La scoperta del transgenerazionale

Alessio 14.01.2014
Il trauma reale vissuto da una generazione taciuto per vergogna o per colpa alla generazione successiva si installa in quest’ultima come oggetto psichico innominabile. L’innominabile si riferisce a qualcosa che si può forse solo intuire ma di cui non si ha consapevolezza piena. Potremo dire che si può solo sognare. La generazione che non può nominare percepisce inconsciamente questo oggetto come un fardello che non le appartiene e “non sapendo che farsene” lo da a sua volta in eredità ai figli nei quali si installa come oggetto psichico impensabile. Il non detto dei nonni diventa così il non pensato dei nipoti. La pazzia del nipote è data dalla incapacità di pensare tale oggetto; si tratta della rappresentazione dell’evento reale vissuto in prima persona dai nonni e del penoso sentimento ad esso legato. Quando una rappresentazione psichica ereditata non può essere pensata, produce la pazzia, cioè l’unica via di rappresentanza dell’oggetto, quella attraverso l’azione. In questo modo si capisce perché molto spesso i drammi e le storie che hanno colpito i nonni colpiscono alla stessa maniera anche i nipoti. Questi drammi hanno in comune la stessa rappresentazione che i nonni hanno vissuto in prima persona, i genitori hanno solo custodito ma non agito, e il nipote è stato costretto ad agire suo malgrado nella pazzia. La pazzia è la rappresentazione di un dramma incapace a proporsi attraverso le vie del pensiero, dei simboli e del linguaggio, vie della civiltà che rendono l’uomo consapevole di essere tale.
Roberto Cheloni ci consegna il frutto di un enorme lavoro, duro e complesso che ha svolto negli ultimi vent’anni attraverso un lavoro rigoroso sui casi clinici da lui incontrati. Ciò che ho scritto qui è solo un piccolo e incompleto tentativo di sintesi della sua teoria che attinge direttamente dal padre della psicoanalisi Sigmund Freud. Lì dove Freud, per vari motivi, si è arrestato nella sua indagine sull’ereditarietà, cioè sulla trasmissione dei caratteri acquisiti (quarta legge di Lamarck), Cheloni riprende il discorso alla luce delle nuove scoperte da lui fatte sul campo, dalle nuove scoperte delle neuroscienze e della biologia. Freud non aspettava altro che questo.

Alessio Visentin (dopo aver ascoltato il terzo seminario sul ruolo delle scene modello nella teoria transgenerazionale).
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