Da Sigmund Freud a Roberto Cheloni

Istituto di Ricerca Scientifica S. Freud

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dr.azensacredtemple@gmail.com

Marie Simone 17.11.2022
Mi è stata diagnosticata l'artrosi a 69 anni nel 2018 con diversi tentativi falliti di rimettermi in forma, ho perso la speranza a causa dei dolori e del gonfiore dell'anca e delle articolazioni. Nel giugno 2019, mi sono imbattuto nel nome del Dr.Azen in una sezione di commenti in cui una signora ha testimoniato che il Dr.Azen ha curato suo marito dall'artrosi con integratori a base di erbe. Ho contattato il medico, mi ha fatto alcune domande a cui ho risposto e mi ha assicurato che le sue erbe mi cureranno in modo permanente. Ho ordinato il suo protocollo e la sua logistica sono stati davvero veloci e diretti. Ho preso la medicina e l'ho applicata come indicato dal medico. In meno di un mese ho iniziato a vedere miglioramenti e in quattro mesi ero completamente libero dall'artrite. Fino ad ora non ho mai provato dolore da nessuna parte intorno all'articolazione o all'anca. Puoi contattare il Dr.Azen tramite dr.azensacredtemple@gmail.com.com oppure puoi scrivergli direttamente su whatsapp con +2348133500051. Una visita inaspettata ha cambiato per sempre la mia intera vita per gentile concessione del Dr Azen Sacred Temple

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oneshop 30.06.2019
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ciao

marco 30.06.2019
ciao

sogno di morte

Dario 13.01.2017
Ho fatto un sogno di morte che mi ha lasciato al mio risveglio una sensazione di profonda angoscia e di 'non capire' cosa potrebbe significare: se sia un sogno premonitore di qualche disgrazia o se c'è qualcosa di diverso che non riesco a 'metabolizzare', sono diversi giorni che mi torna in mente. Sogno che mi trovo in una casa con delle altre persone tra cui i miei familiari, la casa è grande e ha le porte aperte tra una stanza e l'altra, però non si vede chi c'è nelle stanze, si sentono le voci e le persone si parlano da una stanza all'altra: non si sa dove sia andata mia sorella, di solito a quell'ora, è pomeriggio, è al lavoro, spesso però poiché il suo lavoro comporta che deva muoversi in diversi posti, è in macchina. Si teme che abbia avuto un incidente e infatti ci chiamano per dirci che ché un'auto come la sua ferma sul ciglio di una stradina di montagna e non si trova la persona. Andiamo là e tutti dicono che 'è morta'; vedo in una specie di flash mia sorella stesa su di un letto con gli occhi chiusi, sembra proprio morta, provo una sensazione strana: come se volessi 'non vedere' e 'non sentire cosa si dice'. Esco da quella stanza strana e chiudo la porta, dico a me stesso: "Non è morta, è scomparsa". Mi sveglio e ho un grande senso di vuoto e una tachicardia che non 'passa' neanche dopo diversi giorni. Se voi poteste darmi un'indicazione. Grazie

A chi posso rivolgermi?

Rita 04.01.2017
Mi capita spesso che durante la notte faccio un sogno da cui mi sveglio di soprassalto proprio 'sul più bello', quando sembra che deva succedere qualcosa di importante. Per esempio: stavo sognando che qualcuno era entrato di soppiatto in casa mia, io stavo dormendo al piano di sopra e sento il rumore della porta d'ingresso che si apre piano, un passo felpato salire le scale, mi batte forte il cuore, non so se accendere la luce, gridare, far finta di niente. Non so chi è, sono da sola in casa perché i miei familiari ( vivo ancora con i miei genitori e un fratello più piccolo) sono andati in vacanza in montagna. Però non so come mai al tempo stesso qualcuno di loro, non so chi di loro, è 'presente' in casa, sta dormendo nella soffitta. Forse è il mio cane invece: non riesco a capire, ma sento il leggero russare che viene da sopra. Sono un po' confortata e sto per gridare forte: c'è qualcuno in casa, vieni giù!. Però all'improvviso mi sveglio proprio per il suono del mio gridare. Provo un senso di paura, per non sapere chi stava entrando e per non aver potuto fare qualcosa. Provo anche un senso di sconforto per la mia situazione in cui non so chi dei miei 'dorme di sopra in soffitta'. Questo sogno mi ritorna spesso in varie forme: quello che si ripete è che mi sveglio prima di riuscire a scoprire di chi si tratta e prima di riuscire a 'far qualcosa' per mettermi in salvo. Vorrei poter dare una spiegazione. Grazie

R: A chi posso rivolgermi?

Istituto di Ricerca "Sigmund Freud" 04.01.2017
Gentile Rita, un sogno che si ripete ha sicuramente una grande valenza per il sognatore e non può altro che essere considerato 'importante', ma non si possono interpretare i sogni se non all'interno dell'analisi, ogni frammento, ogni associazione, ogni riferimento diurno e ogni immagine del passato, ogni fantasia, colore e spessore, ogni parola: tutto nel sogno è da considerare significativo per il sognatore. La psicoanalisi che Freud ci ha lasciato insegna a non azzardare mai interpretazioni frettolose e spesso ingiustificate. L'analisi e lo psicoanalista sapranno, se Lei intendesse intraprendere 'analisi', 'FARE. COME FARE? E' quello che gli analisti si chiedono incessantemente di volta in volta. Ricerca e clinica vanno di pari passo. Saluti

R: A chi posso rivolgermi?

I.R.S.S.F. 13.01.2017
Gentile Dario, come sempre diciamo, non si può esaminare e neppure interpretare un sogno al di fuori di un'analisi in quanto ogni minimo dettaglio e il contesto in cui il sogno si è formato sono determinanti per l'interpretazione. Freud su questo è sempre stato precisissimo e rigoroso: il sogno è infatti 'il testo' dell'analisi stessa. Qualcosa però si può dire perlomeno per precisare quanto detto sopra. Ciò che 'appare' nelle immagini del sogno non è ciò che il sogno veramente 'dice' al sognatore inconsapevole del linguaggio del suo sogno. Ogni sognatore ha infatti un 'linguaggio' del sogno che si rivela solamente nell'indagine analitica: una vera e propria indagine nel profondo della psiche che, a nostra insaputa, ma non ad insaputa del nostro 'inconscio' si manifesta come un 'rebus' nei sogni. FREUD LO RIPETE CON DECISIONE: LA 'MORTE' NEI SOGNI STA AD INDICARE 'UN CAMBIAMENTO', non è un sogno 'premonitore' il suo, ma andrebbe comunque interpretato tenero conto delle sfaccettature che l'ascolto dell'analista non si lascia sfuggire.

Fantasmi o persone vive?

Sonia 21.12.2016
Questa notte mentre stavo a guardare il cielo attraverso il vetro della finestra dal mio letto, ho avuto l'impressione di sentir lievemente battere alla porta della mia stanza. nessuno poteva essere entrato a mia insaputa e mi sono detta che era stata un'impressione, forse il rumore veniva da fuori, forse dall'appartamento vicino. Così ho cominciato a pensare chi mai avrebbe potuto desiderare di passare da me e perché mai? Mi sono ricordata di aver sentito raccontare una storia dalla mia nonna che mi aveva fatto provare tanta pena e tanta paura. Si trattava di una giovane donna che era stata trovata morta di freddo, assiderata dal gelo notturno, seduta ai piedi di un noce nel brolo dietro la sua casa di campagna. Era stata considerata per tanti anni 'la pazza' del paese, sempre al mattino presto la si era vista camminare di buon passo, con una grande borsa vuota appesa alla spalla, verso il bosco; d'inverno indossava un paio di calze di grossa lana e sopra dei calzettoni sempre di grossa ruvida lana, ai piedi degli zoccoli chiusi davanti e aperti sul calcagno, di cuoio e di legno. Sulle spalle uno scialle colorato e pesante che la ricopriva fino alle ginocchia, sotto lo scialle gonne e maglioni a due, tre strati. La chiamavano Lilly, ma chissà qual era il suo vero nome di battesimo. I suoi familiari non ne parlavano mai e nessuno chiedeva loro se non se Lilly stava bene. Le erano affezionati. Quando Lilly avesse cominciato ad andare nel bosco all'alba da sola, senza parlare mai di che cosa andasse a vedere, a guardare, a fare era difficile dirlo: forse sui 10 anni, quando la madre se ne era andata di casa e Lilly era rimasta con la nonna materna e il papà sempre al lavoro, lontano, a volte intristito, infine aveva incontrato una donna del posto, non molto giovane che lo aveva 'preso' in casa sua e gli voleva bene. Lilly andava spesso a trovarli: si sedeva in giardino, stava lì a sgranocchiare qualche pannocchia per le galline che le razzolavano intorno, ogni tanto suo padre si sedeva accanto e lei e nessuno dei due parlava, tra loro il silenzio era come un abbraccio che restituiva a Lilly un tepore che sempre andava cercando. Il silenzio però era anche quell'impossibilità a dire quanto grande fosse il dolore, quanto incredibile lo sconcerto, quanto incomprensibile l'abbandono della madre. Lilly era anche abbastanza bella, i capelli folti, castani le ornavano un volto per nulla infantile, ma regolare, gli occhi senza sorriso erano grandi e non manifestavano aggressività, solo la mancanza di un sorriso, eppure Lilly era gentile, quando passava qualcuno accennava a un saluto. Tutti la conoscevano e sapevano che il saluto era un riconoscimento della loro presenza, ma che Lilly non 'poteva' parlare, soffermarsi con il pensiero ad altro che a quella sua incomprensibile sofferenza e vergogna. ecco forse era stata la vergogna a rendere Lilly sempre più schiva, sempre più desiderosa di camminare dove nessuno poteva incontrarla, dove, a volte, stranamente, la si sarebbe potuta sentir canticchiare sottovoce una canzone d'amore e di guerra: quella che la nonna cantava alla mattina mentre preparava un latte caldo e dolce. tanto dolore sembrava quasi esagerato ai più: 'ormai è passato tanto tempo, in fondo la nonna le vuol bene, suo padre anche,qui non sta male', Cos'era allora che Lilly non aveva mai potuto lasciar andare nella sua vita, che l'aveva tenuta incatenata a quel terribile abbandono materno oltre il quale il legame si era spezzato? Ecco forse Lilly era tornata a bussare alla mia porta per dirmi che, finalmente, ora che il vincolo del corpo non c'era più, era desiderosa di raccontare, di capire il suo duro destino. Cos' stanotte ho lasciato che entrasse nei miei sogni e ho lasciato che parlasse: una persona viva allora! Eccola Lilly a dieci anni: sorridente e lieta corre lungo la stradina di casa in bicicletta, quella nuova con le ruote un po' grandi, è affamata: è andata a scuola, tornata in bicicletta, ha giocato con i suoi compagni, si è alzata presto al mattino, entra in casa la piccola Lilly e chiama la mamma, ma nessuno le risponde: la mamma non c'è. lilly la cerca, la chiama, ancora non pensa che abbia potuto andarsene. Quando il padre ritorna Lilly è seduta sulla soglia di casa: "La mamma non c'è". Sono le uniche parole che Lilly potrà pronunciare per tanto tempo. saranno le uniche parole che copriranno l'intero suo mondo di un velo grigio, sempre uguale che Lilly cercherà di squarciare andando a camminare nel bosco dove forse, un giorno, la mamma le verrà incontro dicendole: "Sono tornata". Per Lilly quel sogno era la vita, lei non avrebbe desiderato altro che essere abbracciata e avrebbe dimenticato ogni sofferenza subita. L'amore di Lilly per sua madre era immenso, la bambina adorava quella sua bella mamma. Perché infine sei venuta Lilly? Perché desidero poter ritrovare l'amore per la mia madre. Lilly potrà ora intraprendere un'analisi? non importa se 'questa' Lilly è morta, ha 'parlato' nel sogno, è venuta a chiedere per tante altre persone, a dire quanto sia proprio l'amore 'tradito' a chiedere una risposta, a cercare che la ferita venga risanata da chi sa ascoltare oltre l'offesa grave subita, anche ciò che di vero, di autentico legame e affetto c'è stato e può essere compreso attraverso l'aiuto dell'analista, prima che il freddo del cuore abbia il sopravvento sul desiderio di ritrovare il calore perduto. Forse la mamma di Lilly se ne era andata senza apparente ragione, per una bambina, la figlia, senza proprio argine alcuna, ma forse l'analista ascoltando Lilly potrà ricomporre invece un filo che spiegherà a Lilly il gesto della madre in una luce differente, quella che conosce le vie dell'inconscio e che il sogno ci addita.

Nella mia vita ho sempre cercato di fare le cose bene, le scelte più giuste, ma qualcosa non è mai andato e alla fine sono scoraggiata di tante fatiche che mi lasciano sempre sola, non so a chi rivolgermi (?)

Giuseppina 30.11.2016
Giuseppina, a volte, come ben dice anche Françoise Dolto, nei suoi scritti frutto di una lunga e costante analisi di bambini e adulti, spesso non vasta la 'buona volontà' e neppure la 'migliore delle pedagogie', ci vuole un altro che sappia ascoltare ed interpretare ciò che da soli non possiamo né comprendere, né affrontare, né trascrivere attraverso una diversa e significativa esperienza di analisi. La psicoanalisi è un'esperienza non una psicoterapia, e, in quanto tale, porta ad poter affrontare ciò che di noi non concorda con il nostro desiderio e la nostra buona volontà, in MANIERA DIFFERENTE. L'ANALISI PERMETTE DI MODIFICARE QULLA SORTA DI 'CRUDELE RIOETIZIONE DEL NEGATIVO' CHE TANTO CI FA MALE. LA PSICOANALISI 'TRANSGENERAZIONALE' ANCOR MEGLIO AIUTA A FAR LUCE SU CIO' CHE HA DETERMINATO, MA PUO' ANCHE ESSERE MODIFICATO' , LE NOSTRE INCONSAPEVOLI SCELTE.
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